MONTE CIAUDERONA, m 2587

Parete N Via Scarpette e Lacrime

relazione di Gianni Cergol – salita del 26/8/2007

 

Bellissima linea in placca con difficoltà assolutamente da non sottovalutare, considerando anche la difficoltà a proteggersi, dove spesso le distanze fra i rinvii sono molto lunghe. È fra i percorsi più impegnativi presenti in questa guida, adatto solo agli amanti dell’arrampicata tecnica e delicata lungo le tipiche rigole di erosione che abbiano un buon margine sulle difficoltà. Tenere conto che ad inizio stagione può essere problematico affrontare questa via, come le altre della parete, a causa della presenza di un nevaio che alle volte raggiunge l’altezza di un intero tiro di corda.

L’itinerario sale in mezzo a due delle varie vie aperte in zona da Andrea Spavento (Giannino e Mirella e Tureddu-Soccol).

 

 

 

Primi salitori:                  G. Cergol e C. Michieli, 26 agosto 2007

Sviluppo:                         355 m

Difficoltà:                         TD+                                max:   6°-, pp. 6°+ e 7°

Tempo previsto:            5 – 6 ore

Roccia:                            ottima

Materiale:                         cordini, dadi, friend, una scelta di chiodi fra cui vari a lama sottili ed almeno un paio a “V” (via poco attrezzata); due corde da 60 m per la discesa

Punti d’appoggio:         Capanna degli Alpini

 

Accesso:

Dalla Capanna degli Alpini, da dove è già visibile la parete, si attraversa il fiume puntando alle nostre lastronate, salendo fino al termine del bosco. Si continua per traccia sconnessa su ghiaione e massi di crollo (ometti) fino a giungere sotto la grande placconata chiusa in alto a mo’ di ferro di cavallo dai grandi strapiombi a metà parete. Sul limite sx della placconata attacca la Via Garsini alla Riscossa (Dolomiti Orientali 2, Itin. 072). L’attacco del nostro percorso (ometto) si trova a dx del grande pilastro che divide la parte bassa del paretone, a sx dei tettini che formano una “v” rovesciata, scura e bagnata, al centro del nevaio. 1 ora.

Vedi anche Dolomiti Orientali 2, Itin. 073.

 

Salita:

1)        Si attacca con un passaggio di difficile interpretazione (6°) in una fessura-tetto inclinata a sx, larga, un po’ svasata e dal fondo spesso umido. La si segue per tutta la lunghezza (4 m) rimontando così lo strapiombo basale. Da qui si prosegue in verticale sul centro del pilastro. Si chioda una sosta vicino a due piccole nicchiette con erba. Tralasciare i chiodi che si vedono proseguire in orizzontale (Via Tureddu-Soccol). Manca distanza; manca difficoltà, p. 6°.

2)        Si prosegue linearmente lungo la placconata a rigole. 50 m; manca difficoltà, p. 6°+; sosta presente o da attrezzare; ci sono chiodi di passaggio(??)

3)        Ancora con lo stesso andamento fino ad una cengia inclinata forma di semicerchio, ben visibile anche dalla Capanna degli Alpini. 35 m; manca difficoltà.

4)        Ci si porta al suo limite dx, quasi in prossimità della rampa-canale, da dove ci si alza verticali puntando ad un piccolo tettino per 40 m (1CL sotto). In prossimità di 1CL in una canaletta, traversare a dx qualche metro fermandosi su una piccola cengia. Sosta da attrezzare su clessidra e chiodi. 50 m; manca difficoltà.

5)        Ripartire in verticale sopra la sosta dirigendosi sotto al tetto, evidente anche dal basso, obliquando poi a sx per 6-7 m fino ad 1CL con cordone visibile, qualche metro sotto al tetto. Lo si rimonta (p. 7°, 1C) e dopo 10 m si sosta su un terrazzino in prossimità di una macchia d’erba abbastanza grande. Sosta da attrezzare a chiodi. Manca distanza; manca difficoltà; p. 7°; 1C.

6)        Si continua lungo una rampa arrivando ad un ripiano dove si incrocia nuovamente la Via Tureddu. Attrezzare una sosta su chiodi. 50 m; manca difficoltà.

7)        Si prosegue su placca gradonata ora più facile arrivando ad una grande cengia sotto a dei bei strapiombi a gradoni. Utili friend piccoli per sostare. 45 m; manca difficoltà.

8)        Si traversa a sx puntando ad una cengia più bassa dove iniziano le calate. 35 m; manca difficoltà; 2CF.

 

Discesa:

Avviene a corde doppie su percorso diverso dalla via di salita.

CD1: 55 m in verticale dall’ultimo terrazzino di sosta. Da ultimo ci si sposta 2-3 m a sx (faccia a monte) fino a 1CL.

CD2: 45 m in verticale fino ad una stretta cengia lunga una ventina di metri, che si segue a sx (faccia a monte) per qualche metro fino alla sosta di calata con 2SF (di altra via).

Da qui con 6CD successive (55 m, 50 m, 40 m, 60 m, 55 m, 30 m) si è alla base della parete, dove alle volte la crepaccia terminale formata dalla neve presente ad inizio stagione può essere profonda ed insidiosa. 2 – 3 ore dall’uscita.

 

Nella foto l’itinerario è contrassegnato con la lettera “d”.