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CRODA BIANCA
Via Cadorin-Scandolin (Parete Est)

relazione: Emiliano Zorzi, salita del 21/8/2012

Primi salitori: Ivano Cadorin e Luciano Scandolin, 22 luglio 1969
Sviluppo: 650 m (compresi i tratti facili)
Difficoltà complessiva: D-
Difficoltà massima: 4°
Tempo previsto: 5 ore
Roccia: mediamente buona
Materiale: cordini, dadi, friend, 4 - 5 chiodi (soste parzialmente attrezzate, pochi chiodi di passaggio)

relazione completa in pdf

 


 

 

 

 


CRODA BIANCA, m 2841
Via Cadorin-Scandolin

Parete Est

Percorso che può interessare gli amanti della scoperta e delle vie poco frequentate. Si svolge lungo l'arrotondato pilastro al centro dell'ampia parete E della Croda Bianca, seguendo un percorso che sfrutta i punti più logici della parete che va scoperta metro a metro dato che dalla base della stessa i punti di riferimento sono pochi. La scalata presenta lunghi tratti facili, all'inizio ed alla fine, e nella parte centrale un'arrampicata mai difficile su placche, diedri e canali su roccia abbastanza buona ma che richiede comunque attenzione data la scarsa frequentazione.
Una recente frana staccatasi dal pilastro non ha interessato la via se non in un breve tratto che non dà particolari problemi; una frana ben più notevole si è staccata nei pressi dello Spigolo Sud, utilizzato spesso per discesa, ma anche questa fortunatamente non ha interessato il percorso dello stesso.


Accesso:

Dal Rifugio Baion si segue il bel sentiero (segn. 262) per il Rifugio Chiggiato. Dopo una breve discesa, sale dolcemente nel bosco (lasciando a dx il sentiero per il Biv. Fanton) e poi in mezzo ai mughi. Dopo ca. mezz'ora, sotto l'ampio pendio erboso che sale alla Forcella Peronat (la grande cresta della Croda Bianca è proprio di fronte a noi), si lascia il sentiero e si sale a dx nell'erba in corrispondenza dell'indicazione in vernice su un grosso sasso "Forcella Peronat".
Dopo poco si può rinvenire la vecchia traccia del sentiero dismessa (qualche sporadico segnavia) che si segue fino alla Forcella Peronat, m 2286. Ore 1,30 dal rifugio.
Stando poco sotto lo spartiacque in versante S, si risale per erba fino a costeggiare poi le rocce degli avancorpi della Croda Bianca. Per labili tracce (qualche ometto) si prosegue per cengette fino a raggiunge il profondo canale con massi che segna il limite della parete E della Croda Bianca (si può anche raggiungere direttamente questo canale a circa metà della salita alla Forcella Peronat e poi risalirlo; più faticoso ma orientamento più immediato).
Dall'altra parte del canale (a sx se si sale per questo) inizia la grande e ghiaiosa Seconda Cengia della Croda Bianca. La si segue per qualche minuto finché le rocce dell'ampio ed appoggiato zoccolo della parete E della Croda Bianca divengono evidentemente facili. Conviene attaccare in corrispondenza di una piccola rampa-canale erbosa inclinata a dx.
Ore 2 dal Rifugio Bajon. 

Salita:
1) Si risale la facile rampa erbosa inclinata. Dove tende ad esaurirsi si continua dritti per facili roccette con detriti intervallate da molte cenge e cengette puntando al limite sx di una bassa fascia giallastra e strapiombante di un piccolo avancorpo staccato. Si traversa alcune decine di metri a sx per evitarla ed evitare i ripidi caminetti che ne segnano il limite sx. Si raggiunge così una facile rampa inclinata che rientra verso dx e porta sopra questo primo avancorpo ad un comodo spiazzo ghiaioso. Sopra questo inizia la cresta di un secondo basso avancorpo molto appoggiato. Poco a dx della stessa (ometto) si sale per belle rocce inclinate solide raggiungendo il punto più alto di questo secondo avancorpo e l'inizio delle rocce dell'arrotondato pilastro della parete E, caratterizzato in alto da una recente frana. Qui c'è l'attacco vero e proprio (ometto). 300 m ca; 1°, 2°, pp. 2°+.
2)  Per placchette ripide ci si porta ad una cengetta sotto un breve diedro (1C, unico punto caratteristico sull'arrotondata schiena del pilatro). Per breve paretina si raggiunge il diedro e lo si scala (qualche scaglia non molto solida) raggiungendo dei terrazzini detritici. Dopo alcuni metri un po' a sx si sosta (ometto). 40 m; 4°; 1C, 1CF.
3)  Si traversa qualche metro a dx, rientrando poi verso sx superando una fascia verticale ma appigliata a cui segue una placca inclinata più liscia. Si continua obliquando a sx per rocce ora appoggiate (1C in alto), traversando poi qualche metro a sx a raggiungere delle cengette molto sporche di detrito a causa della frana soprastante. Le si risalgono per una decina di metri fino all'inizio di un canalino sulla dx. Sosta su spuntone con fettuccia. 30 m; 4°; 1C.
4)  Si va a dx a raggiungere il canalino che si segue fino ad un pulpito-intaglio sul profilo arrotondato del pilastro. Sopra uno spuntone instabile (ometto) si rinviene 1C per sosta. 25 m; 2°, 3°; 1CF.
5)   Si affronta la soprastante parete scura direttamente, su roccia buona ma che richiede un po' di attenzione, raggiungendo una cengia sotto una bassa parete gialla con diedro. Si traversa qualche metro a dx sulla cengia aggirando lo spigolo della parete gialla e sostando nel fondo della rientranza sotto un camino-canale levigato. 30 m; 4°; 1CF.
6)  Si affronta il camino lungo la panciuta e levigata faccia sx, continuando poi più facilmente per il susseguente canale fino a sostare su un piccolo ripiano ghiaioso sul profilo del pilastro, sotto uno stretto camino. 25 m; 3°+, 2°.
7)  Si scala il camino fino ad un sasso incastrato. Qui conviene uscire a sx per parete appoggiata e appigliata, seguendo i tratti più accessibili fino a sostare poco sotto e a sx di un'ultima paretina scura. 40 m; 4°; 1CF.
8)  Si affronta la paretina o le rocce poco a sx (più facili ma più rotte) raggiungendo sopra la stessa terreno appoggiato. Si sale con leggera tendenza a sx le facili rocce fin dove il terreno si abbatte definitivamente. 40 m; 4°-, poi 2°; 2CF.
9)  Si risalgono canalini e roccette fino ad un'ampia cengia detritica che verso sx conduce ad uno spigolo giallastro. Poco prima di questo (ometto) si abbandona la cengia, che oltre diviene esposta e costringerebbe ad un passo del gatto, salendo un canalino a dx. Si continua ora direttamente per roccette e canalini non difficili fino a raggiunge la cresta della Croda Bianca in corrispondenza della poco individuata Anticima Sud. Seguendo la piatta ed ampia cresta verso dx in pochi minuti si è in vetta. 200 m ca; 2°. 

Discesa:
a) per la Via Normale
Recentemente il percorso è stato attrezzato con vari spit per sicurezza nei punti più scabrosi. Soluzione che fa effettuare un lungo giro ma che presenta meno difficoltà alpinistiche rispetto alla discesa per lo Spigolo Sud.
Si ripercorre l'elementare cresta fino all'Anticima scendendo quindi al sottostante spiazzo (segni rossi, spit, ometto).
Qui si prende a dx (faccia a valle) la larga cengia ghiaiosa che scende verso NO in direzione della Forcella di Croda Bianca che si apre fra il nostro monte ed i torrioncini Dante e Virgilio, satelliti della Cresta degli Invalidi. Si vede già, oltre la forcella ed i torrioni, la schiena di rocce inclinate che permette di raggiungere comodamente l'ampia Forcella Marmarole, sotto il Cimon del Froppa.
Si cammina piuttosto comodamente in discesa lungo l'ampia cengia per un quarto d'ora, finché a circa un'ottantina di metri dalla forcella d'uscita il terreno si fa insidioso e friabile. Qui conviene legarsi (1C a dx; ora dovrebbero esserci degli spit).
Si scende ancora lungo la cengia inclinata di rocce per 20 m (1°) fino al fondo del grande canalone che separa la Croda Bianca dalla Cresta degli Invalidi e che sotto sprofonda con grandi salti di roccia (1C a dx poco prima del canale).
Si attraversa il fondo del canale franoso, su rocce molto friabili ma facili (20 m, 1°, delicato) fino all'inizio di una zona di rocce e detriti giallastri (2C con cordone). Si scende un brevissimo passo delicato per poi risalire lungo la cengia in salita su terra e ghiaia franosa fino a un minuscolo ma comodo terrazzino ormai sotto alla forcella a dx di Dante e Virgilio (10 m, 1°, delicato; bollo rosso e freccia che indica di salire).
Abbandonando la cengia, che continua franosa e stretta, si risalgono le rocce friabili a dx di un canalino che depositano sulla Forcella di Croda Bianca (15 m, 2°, delicato).
Dalla forcella non si scende il canale che porta alle ormai vicine ghiaie ma si va a sx in orizzontale, passando dietro a uno spuntone, oltre il quale si scende in obliquo a sx un ultimo breve salto di roccette (p. 2°) raggiungendo la facile schiena di roccette e ghiaia della Cresta degli Invalidi proprio sotto a Dante e Virgilio (ore 1 dalla cima).
Qui si seguono le labili tracce, per ghiaie e placchette di roccia molto inclinata, che conducono in orizzontale verso O alla grande sella della Forcella Marmarole (15 min. dalla Forcella di Croda Bianca).
Dalla forcella (grosso ometto e segni rossi nuovi), si scende nello scosceso canale verso S, prima su rocce attrezzate con una corda metallica nuova, e poi molto lungamente e faticosamente nel fondo del canalone con detriti e massi, finché il pendio si apre. Senza via obbligata, prima per ghiaie e poi per erba, mantenendosi vicini allo scolo si scende fino in fondo al vallone, aprendosi un ultimo passaggio fra i mughi (più radi vicino al fondo del canale) fino a trovare il sentiero 262 che collega il Rifugio Chiggiato ed il Rifugio Bajon (ore 2,30 dalla cima). A sx per il sentiero (alcune roccette attrezzate sotto la cresta della Croda Bianca e lungo un canalone franoso) in poco più di un'ora si arriva al Rifugio Bajon. Circa 4 ore dalla cima. 

b) per lo Spigolo Sud
Soluzione obbligata in inverno o ad inizio stagione. Discesa più impegnativa della precedente; comoda soprattutto per rientrare alla base della parete est. Segnalata con vecchi bolli rossi.
Come per la soluzione precedente si scende alla cengia sotto l'Anticima Sud. Si lascia la traccia della Via Normale seguendo invece a sx i vecchi bolli rossi per roccette detritiche.
In breve girando a sx si giunge nei pressi di un piccolo arco naturale, oltre il quale si effettua un traverso con un passo delicato ed esposto (p. 2°+), oltre il quale si giunge in cima ad un ripido canale che corre parallelo pochi metri ad O della cresta.
Lo si scende con attenzione (2°+) oppure con CD da 30 m da CL generalmente attrezzata, uscendo prima del fondo del canale con un passo a sx (faccia a valle) raggiungendo una forcelletta di cresta.
Per traccia con bolli rossi si segue la cresta standone poco discosti sul lato O. Si aggirano alcuni piccoli torrioni (I Gendarmi) sul filo o poco sotto lo stesso (pp. 2°, esposto) seguendo i segni rossi.
È possibile evitare un'ultima breve ma delicata discesa dei torrioni stando a dx per raggiungere un ancoraggio nascosto (sul versante S di un ultimo torrione) che permette una brevissima doppia per scendere un paretino insidioso.
Si raggiunge così una spalla sulla cresta (ometti e segni) dalla quale si passa sul versante E lungo una cengia ghiaiosa inclinata. Dopo una ventina di metri si rinviene 1C con fettuccia (numero "26" in vernice) che permette con una CD da 55 m direttamente in verticale di raggiungere le facili cenge sottostanti.
Scendendo in arrampicata (2°, p. 3°) si deve andare prima verso sx e quindi rientrare a dx per cenge e canalini seguendo i bolli rossi.
Si prosegue scendendo facili roccette e seguendo quindi una cengia detritica verso sx (bolli) per qualche decina di metri, finché si può rientrare a dx per canalini e quindi risalendo un po' per tracce su cengia (p. 2°). Si prosegue quasi in quota lungamente verso dx fin quasi riportarsi sulla cresta.
Si scende paralleli a questa per terreno facile ma con detriti fino all'ampissima e ghiaiosa Seconda Cengia.
Qui si abbandona il percorso dello Spigolo per seguire verso sx (E) la grande cengia per ghiaie. Con percorso lungo ma facile si giunge fino in fondo alla cengia stessa, dove si transita nei pressi dell'attacco. Ore 3 dalla cima.
In poco più di un'ora si rientra al Rifugio Bajon.

 

 

 

 

 

 

SITI GEMELLI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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